"ALLA MIA DONATRICE"
NON SONO UN SOGNATORE
MA UN UOMO CHE HA PASSATO AL LAVORO E IN SOFFERENZA MOLTE ORE
POI ALL'IMPROVVISO
GIUNSE A ME LEI CON IL SUO BEL VISO
A DIRE TI PREGO STAI ACCORTO ARRIVO IO AD AIUTARE IL TUO CORPO
E POI COME MAGIA
IL DONO DI AMORE SENZA NESSUNA IPOCRISIA
PIANO PIANO SI ADAGIAVA DENTRO DI ME
IL SUO SENTIMENTO CHE ORA APPARTENEVA A ME
DOVEVO PORTARLO LONTANO
ERA IL SUO DESIDERIO CONFORTATO DAL SUO SAPORE UMANO
NON CI SAREBBE STATA PIU' AVVENTURA
FORSE NESSUN CATTIVO TEMPO E NESSUNA SCIAGURA
AVREI VISSUTO IL TEMPO DOVUTO
CONDIVISO CON QUEL CORPO SCONOSCIUTO
CHE RENDEVA VANA
IL PRINCIPIO CHE LA SOFFERENZA DOVESSE ESSERE UMANA
E POI NELLO STESSO TEMPO
MI DISSE ORA TI SONO VICINO NON VIVERE PIU' DI TORMENTO
LEONARDO NAPPI
LEONARDO NAPPI
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